Le tre M
23 Aprile 2022
In sintesi
Muda. nessun movimento eccessivo.
Muri: nessuna forza eccessiva.
Mura: nessuna modifica.
La prima M è Muda e si può tradurre come perdita o spreco […] per il Maestro Yamazaki, Muda è togliere gli sprechi, togliere il superfluo, ossia togliere dai nostri gesti tutto quello che non è essenziale. È un concetto noto nello Iaido sul quale hanno già insistito altri Maestri , per esempio il Maestro Ide. Significa fare uno Iaido sobrio, essenziale […] Muda nello Iaido significa evitare tutti quei gesti superflui che troppo spesso “sporcano” l’esecuzione dei nostri kata e realizzare il movimento nel modo più naturale e più essenziale possibile.
La seconda M è Muri traducibile con eccesso, sforzo […] Il Maestro Yamazaki ha spiegato questo principio per lo Iaido dicendo che bisogna evitare di mettere delle cose in più nel gesto che facciamo, delle cose che non servono. Bisogna fare le cose in modo semplice e naturale, cercando solo le cose che servono ed evitando movimenti forzati, difficili o innaturali. Il primo esempio che ha fatto il Maestro per farci capire il concetto è l’eccesso di forza. Esempio facile visto che gli occidentali spesso mettono troppa forza nell’usare una spada giapponese, troppa forza nella mano destra, troppa forza nelle spalle ecc. Bisogna invece togliere l’eccesso di forza inutile, applicare forza solo dove serve e nel modo corretto, naturale. Un altro esempio utilizzato dal Maestro è la velocità di esecuzione. Mettere velocità in tutto il kata è un eccesso. Bisogna mettere velocità nel momento in cui questo serve.
La terza M è Mura traducibile in diversi modi. Il più comune è incompatibilità, discrepanza. È un concetto strettamente collegato a Muri […] Adattare questo termine allo Iaido è sicuramente difficile, una prima interpretazione data dal Maestro, la più semplice, è cercare di evitare la variabilità che spesso si riscontra nella pratica di tutti noi, praticare con regolarità evitando rotture di ritmo. Bisogna ricercare nella pratica un movimento equilibrato, fluido evitando invece i movimenti meccanici o artificiali. L’assenza di fluidità nei movimenti porta inevitabilmente ad una rottura della continuità e naturalezza dell’azione. Per cercare di farci capire meglio il Maestro ha fatto l’esempio della spigolosità di un quadrato contrapposta alla perfezione di un cerchio. Il Maestro Yamazaki ha dato anche un’ interpretazione più complessa a Mura dicendo “togliere quello che blocca il nostro cuore”, togliere gli ostacoli al flusso naturale. Gli insegnamenti che abbiamo ricevuto negli anni spesso si possono stratificare dentro di noi, ci possono bloccare e possono impedirci di manifestare liberamente il nostro cuore. Ad un certo punto della pratica bisogna liberare la propria mente dalle “scorte” e tornare a manifestare quello che i giapponesi chiamano shoshin “una mente da principiante”, libera da formalismi, da stratificazioni mentali, da pensieri. Solo così, secondo quanto dice il Maestro si può finalmente realizzare uno Iaido che, spazzando via la nostra mente razionale, abbia kimochi e produca kimochi in chi lo guarda (“kimochi ga kawaru”: “avvertire un cambiamento del cuore” ndc).
Fonte: kiryoku.it (da un discorso del Maestro Yamazaki Masahiro a Sportilia, giugno 2005).