ŌSŌJI 大掃除 «Le grandi pulizie»
4 Gennaio 2025
Alla fine di dicembre in Giappone si fanno le “pulizie di primavera” per ripulire lo sporco dell’anno passato. Concentriamoci sulla parola 掃除 (sōji), che significa ‘pulizia’.
La lettura giapponese (kun-yomi) del 掃 in 掃除 è haku. Sul lato sinistro del carattere c’è il radicale della mano (te-hen), che esprime lo stesso significato del carattere 手 (te ; ‘mano’). D’altra parte, sul lato destro del carattere, abbiamo il radicale 帚 (hōki, ‘scopa’). Quindi 掃 simboleggia ‘una scopa tenuta in mano’. Poi abbiamo 除 che ha la lettura giapponese kun, nozo-ku che significa ‘escludere, rimuovere, cancellare’. Quindi, mettendo insieme tutto questo, 掃除 (sōji) è “prendere una scopa in mano per rimuovere sporco e spazzatura”.
L’osoji offre l’opportunitàdi chiudere l’anno liberandosi dello sporco e delle cose accumulate e di ripartire leggeri con l’anno nuovo.
Le grandi pulizie di fine anno vengono eseguite da ogni famiglia negli ultimi giorni di dicembre, in ogni caso prima del primo gennaio. L’abitudine di ripulire casa deriva dalla tradizione del susu-harai 煤払い – pulizie della polvere che veniva già osservata in epoca Edo. Il 13 dicembre le case venivano pulite da cima a fondo per accogliere i Toshigami, o spiriti shintoisti del nuovo anno.
In senso figurato possiamo intendere l’osoji come un modo di liberarsi delle cose vecchie e del passato per un nuovo inizio, non molto distante dalla nostra abitudine di buttare le cose vecchie dal balcone a capodanno.
L’osoji è un momento familiare molto importante: tutti partecipano alle pulizie, anche i bambini, che in questo modo vengono educati al rispetto e all’ordine fin da piccoli. Ricordiamo che ad esempio nelle scuole giapponesi non esistono i bidelli: i bambini fanno a turno a pulire classi e bagni della scuola come impegno personale. Diciamoci la verità, è un buon espediente per insegnare la civiltà e la pulizia anche negli ambienti comuni, è più difficile sporcare di proposito dato che poi tocca a loro stessi pulire.
In realtà le grandi pulizie di fine anno vengono fatte anche a scuola e nelle aziende, dove gli stessi dipendenti prendono parte ai lavori durante l’orario d’ufficio.
Osoji non è solo pulire casa e liberarsi dello sporco, osoji è prepararsi nel corpo e nello spirito ad accogliere la divinità e cominciare rinfrescati un nuovo anno.
Storia di Osoji
L’origine dell’Osoji risale all’antico periodo Heian (794-1185) in Giappone. Durante quel periodo, un evento cerimoniale chiamato “Susuharai” si svolgeva nella corte imperiale a dicembre, dove la fuliggine dell’anno precedente veniva purificata per accogliere le divinità.
Nel successivo periodo Kamakura (1185-1333), questa usanza si estese ai templi e ai santuari. Nel periodo Edo, la tradizione si evolse ulteriormente, designando il 13 dicembre come “Giorno della spazzata della fuliggine” e avviando una grande pulizia al Castello di Edo. Questo segnò l’inizio della cultura diffusa dell’Osoji tra il grande pubblico.
Anche nei tempi moderni, il Susuharai continua nei santuari e nei templi, spesso osservati a livello nazionale il 13 dicembre. Di conseguenza, è considerato consuetudine e appropriato condurre l’Osoji in questa data.
Inoltre, la tradizione delle pulizie di fine anno di Osoji è radicata nell’accogliere Toshigami-sama 歳神様, la divinità associata al nuovo anno. Si ritiene che il toshigami-sama porti felicità all’arrivo nel nuovo anno, rendendo essenziale pulire e purificare la casa per mostrare rispetto. Pertanto, si ritiene importante impegnarsi in un’accurata pulizia di fine anno per garantire un ambiente pulito e rispettoso per la visita della divinità e per iniziare il nuovo anno con una nota di buon auspicio.
“Toshigami 歳神” si riferisce alla divinità accolta e celebrata nelle case durante il Capodanno in Giappone. Toshigami-sama è considerata una divinità che porta un abbondante raccolto di riso e si dice anche che sia un guardiano degli spiriti ancestrali.