L’ignoranza è la mente che si è lasciata fermare

«La mente è spesso paragonata ad uno specchio, ma la mente e lo specchio differiscono per il fatto che mentre lo specchio, come l’acqua, non s’attacca alle cose  che riflette, la mente può essere catturata dalle cose. Quando le nostre menti sono catturate dalle cose, perdiamo noi stessi. O, viceversa, poiché abbiamo perduto noi stessi, le nostre menti sono manipolate dagli oggetti. Ed è perciò che Takuan afferma che l’ignoranza è la mente che si è lasciata fermare».

Omori Sogen, Commento al Fudochi-Shinmyoroku (Il libro misterioso della saggezza immutabile)  di Takuan Soho.

 

Il brano offre un ottimo motivo per l’introspezione riguardo all’attaccamento nei confronti degli oggetti esterni ed interni; attaccamento per il quale la mente si lascia catturare – e fermare – dalle cose. L’attaccamento genera il senso della proprietà, il senso dell’avere, quindi qualunque oggetto esteriore e qualunque oggetto interiore costituiscono per il PURO SENSO DI ESSERE, che dovrebbe pervaderci, una vera  e propria trappola: «perdiamo noi stessi».

Consideriamo un passaggio particolarmente stimolante del brano:

 

«Quando le nostre menti sono catturate dalle cose, perdiamo noi stessi. O, viceversa, poiché abbiamo perduto noi stessi, le nostre menti sono manipolate dagli oggetti».

Sono quindi le cose che annichilano il PURO SENSO DI ESSERE, o è il venir meno del PURO SENSO DI ESSERE che permette alle cose di invadere la mente? Qui, è necessario che ognuno scandagli se stesso e, senza mentirsi, VEDA in che condizione si trova.

Nel suo libro Ken to Zen (Lo Zen e l’arte della spada giapponese), Omori Sogen, un maestro di spada dello stile Choku Shin Kage, ricordava il suo incontro con  Ueshiba sensei: «Stavo partecipando ad una certa riunione, e notai un attempato signore  seduto formalmente sulle ginocchia. Dopo averlo studiato per alcuni minuti, scoprii con mia grande sorpresa che non era possibile trovare in lui alcun punto debole, nessuna apertura (suki) dove avrebbe potuto essere attaccato. Sedeva con grande calma, guardando ciò che accadeva intorno a lui, e tuttavia la sua mente era assolutamente tesa e in stato di grande prontezza. Giunsi alla conclusione che doveva trattarsi senz’altro del famoso Ueshiba sensei, e pochi minuti più tardi gli venni presentato.

William Gleason, Aikido – I fondamenti spirituali della Via dell’Armonia.

 

 

 

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