Seiza – 2

Al più alto livello stanno coloro che considerano il bassoventre come la parte più importante e che quindi hanno creato la rocca dove il divino può svilupparsi […] Per formare un uomo a questo livello il seiza usa l’atteggiamento del corpo […] Dalla mattina alla sera dovete restare “desti” (come chi è pronto a saltare). Conservare la posizione dell’hara; accada allora tutto ciò che può accadere (perché si avrà sempre il giusto atteggiamento) […] Prima che io sia, che tu sia, che egli sia, questo (l’essere) è. Riconoscere (questa verità), ecco cosa è il seiza […] Il seiza mira al compimento dell’essere umano. Poter guarire e ottenere la salute sono aspetti secondari […]

Il respiro è un mezzo per realizzare il seiza, il seiza restando l’essenziale. Sta’ seduto tranquillamente, respira lentamente, con lunghi espiri, con la forza posta nel basso ventre. In genere in un minuto si respira diciotto volte. A coloro che si esercitano nel seiza bastano dieci volte. Ma è ottima cosa se si giunge a respirare solo tre volte al minuto […] “Seduti” è come se in estate spirasse una fresca brezza, è come se d’inverno si fosse vicini a un buon fuoco. La fresca brezza ed il camino acceso sono in ognuno […] L’amore è la base di ogni educazione, però non l’amore che ha opposto l’odio, bensì quello simile alla luce del sole. Praticate seiza e lo comprenderete. Ognuno ha in sé la sapienza divina (reichi) e un potere divino (reinoh).

Okada Torajiro, Parole del maestro in Karlfried von Durkheim, Hara, il centro vitale dell’uomo.

Seiza è la posizione formale per sedersi. Una volta che essa sia divenuta il modo naturale per sedersi, contribuisce da sola ad indirizzare verso un’appropriata etichetta. Fin dai tempi antichi un detto del Budo fu: “Comincia con il cerimoniale, concludi con il cerimoniale”. Il cerimoniale – mutuo rispetto, considerazione degli altri, pulizia morale – […] è la conseguenza naturale dell’imparare a sedere correttamente in seiza. […] Il corpo eretto è legato ad una mente eretta. Il punto focale della questione è il singolo allievo, che abbandonando egocentrismi ed iniziative individuali, deve avere un comportamento in armonia con un più alto livello di condotta.

L’etichetta è un aspetto importante per tutti gli allievi. La posizione seduta di seiza, una tradizione di costume e civiltà, praticata dai Giapponesi fin dall’antichità, è la sorgente di un’etichetta naturale che si imprime nella mente delle persone. Per quanto la tradizione del seiza possa essere in declino nella vita quotidiana, è mia convinzione che le sue radici spirituali ed etiche non spariranno facilmente. E quando vedo nel dojo dei bambini seduti in seiza, con la schiena diritta ed entrambe le mani posate sulle ginocchia piegate, mi convinco ancor di più che il seiza deve continuare ad avere un posto centrale nell’insegnamento. È la sorgente di una giusta etichetta, è la base di molte tecniche ed è essenziale per un buon allenamento.

                                            Ueshiba Kisshmaru, Lo spirito dell’aikido.

Come esercizio lo star seduti è, in un certo modo, quello fondamentale; è in esso che la pratica del silenzio trova il suo clima originario e naturale. Il sedere silenziosamente racchiude mille segreti. Chi ha appreso a raccogliersi stando seduto immobile e silente non può passare un solo giorno senza esercitarvisi almeno per una mezz’ora, perché questa pratica significa per lui un rinnovamento dal profondo, e ciò tanto più se egli soprattutto sedendosi imparerà a raccogliersi escludendo dalla mente ogni pensiero e ogni immagine.

Se si soddisfa la condizione fondamentale di ogni esercizio, che è di essere orientato con tutto il proprio essere verso la trascendenza, l’esercizio del sedere in silenzio porterà all’unione col proprio essere profondo. Fin dai tempi antichi tale esercizio ha fatto parte delle pratiche religiose dell’Estremo Oriente. Nel buddhismo Zen esso costituisce il nucleo essenziale della prassi intesa a preparare il discepolo al satori (all’illuminazione).

Ma la validità di questo esercizio non è limitata al solo oriente. Nella leggenda del “Buon Mattino” un pover’uomo chiede al maestro Eckhart: “Che cosa ti ha santificato, o fratello?” e riceve questa risposta: “Sono stati il mio sedere in silenzio, i miei pensieri elevati e l’essere unito con Dio”.


                                             Karlfried von Durkheim, Hara, il centro vitale dell’uomo.

Sedendo in seiza, con lo spirito unificato, si entra nello stato di munen musô, (nessuna congettura-nessun pensiero) come avviene anche nello zen; per questo lo iai è stato definito “lo zen del budô”».

Ôno Kumao, maestro di spada Hôki ryû (da isononami.it).

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