ICHI-GO ICHI-E

Ci sembra importante ribadire un punto essenziale della Pratica, la quale, almeno per quanto riguarda la nostra Scuola, non serve per diventare degli abili spadaccini (visto che non ci sarà mai una vera prova del nove) e nemmeno, in fondo, per acquisire prestigio attraverso il salire di grado, bensì per dare un senso alla vita, o addirittura, se Dio vuole, a scoprirlo direttamente. Di fatto, un conto è tentare di dare un senso alla vita, che è già qualcosa, e un conto è scoprirlo grazie ad un’illuminazione! Si può intuire che la differenza è notevole!

Il punto essenziale (fra i tanti!) concerne l’opportunità di non “ripetere” i gesti bensì di compierli con lo spirito dell’“esclusiva”, ossia con lo spirito della “prima volta”, o, se si vuole, dell’“ultima volta”. Qui sorge una specie di koan, poiché è proprio nella ripetizione che risiede il segreto dell’imparare, e tuttavia tale ripetizione va superata con lo spirito della “prima volta” o dell’“ultima volta”, onde evitare che la ripetizione stessa scada in un automatismo che offusca la mente e il corpo, anzi la mente-corpo (shijin) impedendo di progredire verso la liberazione della mente.

Al riguardo c’è un detto squisitamente giapponese che suggerisce l’importanza di fare tesoro di ogni circostanza, quindi di ogni gesto:

ICHI-GO ICHI-E

UNA VOLTA, UN INCONTRO

che possiamo rendere anche con UNA VOLTA, UN GESTO e, anche, UNA VOLTA, UNA LEZIONE.

Quindi, riecco il koan: ogni gesto e lezione che ripetiamo è impossibile ripeterlo!

Per concludere, riteniamo che l’“atmosfera” di una lezione di spada nel dojo non sia differente da quella di una riunione nella chashitsu, la casa del tè.

«Grande attenzione dovrebbe essere data ad una riunione di tè, che possiamo parlare di “una volta, una riunione” ( ichi-go, ichi-e ). Anche se l’ospite e gli ospiti possono vedersi spesso socialmente, il raduno di un giorno non può mai essere ripetuto esattamente. Visto in questo modo, l’incontro è davvero un’occasione irripetibile. L’ospite, di conseguenza, deve sinceramente avere la massima cura in ogni aspetto del raduno e dedicarsi interamente a garantire che nulla sia rude. Gli ospiti, da parte loro, devono capire che il raduno non può ripetersi e, apprezzando come l’ospite l’ha pianificato in modo impeccabile, deve anche partecipare con sincerità. Questo è ciò che si intende per “una volta, una riunione”».

Nasonuke Tairo, Chanoyu Ichie Shū (Collezione sull’Unità di Chanoyu).

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