Bushi no nasake

武士の情け

Il termine nasake 情 è composto dal radicale cuore, animo (kokoro) e dall’ideogramma che indica il colore blu chiaro (ao). Come si sa, in Giappone il colore blu è inteso diversamente rispetto all’occidente. Ad esempio, per descrivere una foresta in fiore si utilizza l’aggettivo qualificativo “blu” e non “verde”. Non a caso, per esempio, il nome della prefettura di Aomori significa appunto “Foresta blu”. Di conseguenza, potremmo intendere nasake come “uno spirito chiaro”, quindi sensibile, incline alla benevolenza (jin ). A ciò allacciandosi l’importanza della compassione verso l’avversario che ha da irradiare dal cuore immediatamente dopo averlo ucciso. Ecco dov’è l’abisso fra sport e Dō: non l’esultanza ma la compassione; non il piacere di aver vinto, bensì il dispiacere di aver tolto la vita!

«Un uomo valoroso, con un grande animo e una volontà forte, ha per natura una certa dolcezza.

Essere dolci significa essere profondi e tolleranti, umili, privi di vanteria e capaci di stare nell’ombra senza dare sfoggio di sé.

Gli sciocchi e gli incapaci si vantano con gli altri del loro sapere e si mettono in mostra nel mondo, perché in realtà sanno fare poco.

Quando hai un animo grande e sei di buon carattere, in grado di stare al di sopra delle cose, non hai bisogno di vantarti né di fare sfoggio delle tue imprese e dunque non sei arrogante.

Quando la dolcezza si manifesta spontaneamente sul tuo volto e ti poni nei confronti degli altri come un uomo, umano e nobile d’animo, sarai come il sole di primavera, una benedizione per tutti gli esseri viventi».

Yamaga Sokō (1622 – 1685)

«Noi venimmo educati a non esercitare la “benevolenza” (jin ) senza discernimento e senza porla in armonia con a giustizia e con la rettitudine, sicché Masamune* nel suo citatissimo aforisma opportunamente afferma: “La rettitudine portata all’eccesso conduce all’inflessibilità, la benevolenza sviluppata oltre misura cade nella debolezza”. Fortunatamente la “benevolenza” non fu così rara quanto bella, e ad essa si può riferire quella verità universale secondo cui “i più valorosi sono i più delicati: chi meglio sa amare meglio sa osare”.

La bushi no nasake – cioè la sensibilità del guerriero – assumeva, anche solo ad esprimerla a parole, tale suono da suscitare immediatamente le qualità più nobili della nostra anima, e questo non perché le sensibilità del guerriero fosse in genere diversa da quella di un altro qualsiasi individuo, ma per il fatto che essa significava generosità la dove generosità non valeva come cieco impulso individuale, ma come impersonale rispetto di giustizia, e perché essa era azione operata in virtù della stessa nuda tensione al salvare o all’uccidere».

* Date Masamune (1567-1636). Generale, poeta e uomo politico. Guidò una missione diplomatica che venne a Roma nel 1613 e fu ricevuta dal Papa.

Nitobe Inazō (1862 – 1933)