Honjitsu

OGGI

Premessa

本日 honjitsu e 今日 kyō significano entrambi “oggi”. Tuttavia 本日 honjitsu è molto più formale di 今日 kyō. Pertanto, nella conversazione quotidiana si ascolterà quasi sempre 今日 kyō piuttosto che 本日 honjitsu.

ll kanji 日, che vuol dire sole o giorno, nella lettura On si pronuncia Infatti nichi jitsu, invece nella lettura Kun si legge  hi, ni o ka. Infatti, per esempio in 日本 (nihon, che vuol dire Giappone o Sol levante) si legge NI, invece in 日曜日 (nichiyōbi, che vuol dire domenica) lo stesso kanji si legge NICHI, che si ritrova in 大日 Dai Nichi: Grande Sole.

HONJITSU, OGGI, latino HODIE, contrazione di HOC DIE: in questo giorno, il giorno nel quale ci troviamo. Attenzione a “ci troviamo”, giacché se per un verso ci si trova sempre in qualche luogo, con ciò acquistando importanza lo spazio, per l’altro verso “trovarsi” significa inventarsi, cioè ritrovarsi, riscoprirsi, riacquisendo il PURO SENSO DI ESSERE che trascende lo spazio come anche il tempo, insomma ritrovare l’OGGI.

E questa invenzione di sé – nel Sé – non può darsi che OGGI, certamente non “ieri” né “domani” che sono un pensiero immaginativo. Di fatto, è il pensiero (sia immaginativo sia concettuale) l’offuscatore dell’OGGI che in se stesso è vuoto e permanente, e proprio per questo permette ogni tipo di pieno e movimento, a partire  proprio dal pensiero che, anch’esso, non può darsi che OGGI, cui si accompagna spesso, per non dire sempre, il senso del tempo “passato” e “futuro”, con tutte le conseguenze egocentriche, ossia autoreferenziali e quindi dannose, che ne derivano.

OGGI “dura” 24 ore. Meglio, presiede alle 24 ore. Allo scoccare della mezzanotte, OGGI né si conclude né ricomincia, bensì, senza soluzione di continuità, OGGI È. Di giorno e di notte è OGGI, o, meglio, OGGI è giorno e notte. Gli è che il cammino del sole, assieme alla consultazione dell’orologio, confonde la nostra coscienza inducendoci a credere che il mattino, il mezzogiorno, il pomeriggio e la sera scandiscano il tempo dell’OGGI, e che OGGI si concluda col sopraggiungere della notte, talché la mattina ci svegliamo credendo che la notte sia trascorsa in assenza dell’OGGI e che OGGI sia un “altro” giorno.

Invece OGGI immancabilmente È: vuoto e permanente, non è afflitto dal tempo né dallo spazio): se siamo svegli lo siamo OGGI, se siamo dormienti lo siamo OGGI. E quando pensiamo e agiamo, che lo sappiamo o no (ma per lo più non lo sappiamo), lo facciamo OGGI, che presiede alla luce del giorno e al buio della notte, così come presiede alla luce e al buio della nostra coscienza. Se siamo coscienti, cioè svegli (cosa rarissima) lo siamo OGGI, e se siamo incoscienti, cioè addormentati (cosa diffusissima) lo siamo OGGI. “Ieri” e “domani” non si può essere né svegli né addormentati, non si può essere nella luce né nelle tenebre. “Ieri” e “domani” non accade nulla. OGGI, HONJITSU, immancabilmente È; “ieri” e “domani” immancabilmente NON SONO.

OGGI trascende la nostra coscienza ordinaria smarrita nel tempo, addormentata dal (e nel) pensare e dal (e nel) fare.

OGGI è qui ed ora, 24 ore su 24. OGGI è 中今 NAKA-IMA: al centro adesso. Possiamo dire altrettanto della nostra coscienza?

Abbiamo già osservato come il cammino del Sole, assieme alla consultazione dell’orologio, confonda la nostra coscienza, ma il Sole, a ben vedere, non è il responsabile di tale confusione, bensì lo è la nostra mente (la macchinetta tuttofare!) che congettura una sequela temporale del tutto estranea al Sole. Ognora splendente, il Sole non nasce e non tramonta  se non ai nostri occhi assonnati: est e ovest, come  nord e sud, sono punti cardinali escogitati dalla limitata prospettiva umana, ma che non esistono per il Sole la cui centralità trascende la prospettiva, cioè il punto di vista: alba, mattino, mezzogiorno, pomeriggio, crepuscolo, sera e notte sono appellativi della qualità, non certamente della quantità temporale delle 24 ore, alle quali presiede immancabilmente l’OGGI che è alba, mattino, mezzogiorno, pomeriggio, crepuscolo, sera e notte, come anche primavera, estate, autunno e inverno.

«Il tempo è relativo e non assoluto. Per la luna, il sole e la terra il tempo non esiste. È solo un concetto che trae origine dallo studio del movimento della terra e del sole. Il tempo, come molti altri concetti e nozioni, serve all’uomo per funzionare nel mondo materiale, ma in assoluto questi concetti non esistono. La terra, ruotando sul proprio asse e attorno al sole, crea con i suoi moti l’alternarsi del giorno e della notte e il succedersi delle stagioni. Nello spazio assoluto giorno e notte non esistono. Essi esistono solo sul pianeta Terra e su altri pianeti e satelliti in relazione a un sole. Dividiamo il movimento della Terra sul proprio asse in ventiquattro parti, divise a loro volta ciascuna in sessanta parti. Indi dividiamo ciascuna di queste sessanta parti ancora e arriviamo ai secondi. Ma è chiaro che le ore, i minuti e i secondi non esistono se non nella mente o negli orologi».

R. P. Kaushik, Alchimia organica.

Lo stesso valendo quando parliamo di lustri, decenni, secoli e millenni, cioè di varie quantità convenzionali di tempo che non possono evadere dalla qualità assoluta di OGGI, HONJITSU.

Eppure, se ad ogni ora del giorno e della notte riuscissimo a re-inventarci, a tornare a noi stessi, cioè dalla periferia (dal pensiero-desiderio) al Centro (al Silenzio), potremmo constatare che è sempre OGGI, HONJITSU, e che se ci mettessimo ad aspettare “domani” avremmo un bell’aspettare!

E non sarà una mera coincidenza il fatto che in giapponese OGGI si dicaKYŌ今日 oppureHONJITSU本日, in entrambi i casi comparendo il kanji hi 日 che significa sia giorno sia Sole, quest’ultimo simbolo di Luce perenne e quindi dell’OGGI quale GIORNO intramontabile. Col suo ininterrotto splendore il Sole trascende giorno e notte, quindi “ieri” e “domani”, quindi l’egocentrismo e la vasta gamma di dualità dilanianti di cui esso si nutre. Ritroviamo il kanji 日hi anche nel detto giapponese:

“Ichinichi isshō” 一日一生  “Un giorno, un vita”,

da cui si arguisce che c’è un solo un giorno, OGGI, e quindi una sola vita, cioè quella che si vive OGGI. HONJITSU.

«La vera contemplazione è

immergersi nell’azione del momento»

recita l’Hagakure. Dice «del momento», cioè OGGI. HONJITSU.

La Contemplazione è del tutto libera da ogni tipo di legame spazio-temporale, quindi è Munen-Muso 無念無想: senza pensiero e senza desiderio. Come il Sole, come l’OGGI, la Contemplazione è libera da ogni oggetto e tuttavia presente ad ogni oggetto, unita ad ogni oggetto senza volerlo o doverlo possedere: si pensi alla relazione fra lo Specchio e tutto quanto vi si specchia: né afferrare né respingere, questa la Virtù dello Specchio. Lo Specchio, come il Cielo, non pensa e non desidera. Dice Confucio:

«Parla forse il Cielo? Eppure le stagioni seguono il loro corso e le creature continuano a nascere. Che parla forse il cielo?».

Contemplazione, Sole e Specchio coincidono OGGI. HONJITSU.